This essay explores attitudes towards home-grown anti-black racism in Italy from the 1960s to the early1980s by focusing on the reception of Giovanni Vento’s Il Nero, a 1965 film that… Click to show full abstract
This essay explores attitudes towards home-grown anti-black racism in Italy from the 1960s to the early1980s by focusing on the reception of Giovanni Vento’s Il Nero, a 1965 film that depicts the everyday lives of two biracial Italians born at the end of the Second World War from encounters between Italian women and non-white Allied soldiers, and of Antonio Campobasso’s Nero di Puglia, a partly autobiographical book by one of these biracial Italians, published in 1980. Campobasso’s powerful text, which denounced the hypocrisies of the Republic, received some acknowledgement in the intellectual community, but the lenses that the cultural critics used to interpret the text impeded a foregrounding of the racism that the book denounced. Giovanni Vento’s innovative film, on the other hand, did not even reach the commercial circuit and was also interpreted in leftist circles through a political and aesthetic paradigm that downplayed the specificity of anti-black racism. The article invites a reflection on the legacy that these attitudes have had in shaping the limited sensitivity to racism in contemporary Italy. Italian summary Il saggio esplora gli atteggiamenti verso il razzismo antinero in Italia tra gli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta attraverso lo studio della ricezione de Il Nero (1967), un film di Giovanni Vento che mette in scena il quotidiano di due giovani italiani nati alla fine della Seconda guerra mondiale dall’incontro tra donne italiane e soldati alleati neri, e di Nero di Puglia (1980), un testo in parte autobiografico di Antonio Campobasso, un membro di questa generazione. L’intenso testo di Campobasso, che denuncia le ipocrisie della Repubblica, ricevette qualche riconoscimento dalla comunità intellettuale, ma le lenti che i critici usarono per intepretarlo furono d’ostacolo alla messa in primo piano del razzismo che il libro denunciava. L’innovativo film di Giovanni Vento non riuscì neppure a raggiungere il circuito commerciale e fu interpretato anche a sinistra attraverso paradigmi estetici e politici che mettevano il razzismo in secondo piano. Il saggio invita a una riflessione critica sull’eredità di questi atteggiamenti nella limitata sensibilità al razzismo che si riscontra nell’Italia contemporanea.
               
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