a prima vista” (129). I grandi autori di poemi cavallereschi, Boiardo in particolare e in seguito Ariosto, trasformano la similitudine nel luogo ideale per l’intertestualità e il confronto con la… Click to show full abstract
a prima vista” (129). I grandi autori di poemi cavallereschi, Boiardo in particolare e in seguito Ariosto, trasformano la similitudine nel luogo ideale per l’intertestualità e il confronto con la materia classica. Pulci, al contrario, rimane estraneo alla materia umanistica e “tende decisamente alla metafora” (130). Cabani offre diversi esempi retorici suddivisi per modelli: il canterino; quello più classicheggiante del Filostrato e del Teseida; il paragone con l’anonimo Orlando laurenziano e con Dante. Nel saggio immediatamente successivo, “La morte di Orlando nel Morgante”, Stefano Carrai focalizza l’attenzione sul racconto della battaglia di Roncisvalle e, in modo particolare, sull’enfasi che contraddistingue la narrazione dellamorte di Orlando (163–179). Prima d’introdurre il testo di Pulci l’autore scorre le pagine della tradizione francese, La Chanson de Roland, Historia Karoli Magni et Rotholandi, e di quella italiana, Li fatti di Spagna, per individuare i tratti comuni del racconto. Ridisegnati i contorni di questo tragico momento, Carrai evidenzia “i voli d’ingegno, la peculiarità dell’arte poetica di Pulci e la sua capacità di riproporre in forma brillante una materia narrativa scontata come era quella della rotta di Roncisvalle” (178). L’irriverenza e la sfrontataggine di Pulci sono impiegate da Linda L. Carroll, nel suo “Luigi Pulci and the Invention of Renaissance Irreverence”, come chiavi interpretative di una situazione sociale e politica che investe l’Italia durante il XV e XVI secolo e che contribuisce alla diffusione dell’irriverenza in campo letterario (181–208). Carroll, inoltre, accosta Pulci a uno dei maggiori anticlassicisti rinascimentali avvezzo all’insolenza, Angelo Beolco (il Ruzante). Il saggio di Jo Ann Cavallo, “The Ideological Battle of Roncevaux: the Critique of Political Power from Pulci’s Morgante to Sicilian Puppet Theatre Today”, chiude il volume con un’originale incursione nel mondo dei Pupi siciliani (209–231). L’autrice esplora una delle più interessanti correlazioni fra Pulci e la cultura popolare contemporanea, rendendo evidente la derivazione dell’episodio della battaglia di Roncisvalle “not fromChansons de geste, but from the Morgante maggiore” (209). A supporto della tesi, Cavallo individua nel personaggio di Rinaldo il punto di congiuntura fra le due tradizioni e propone un confronto sulla presenza e l’azione del Signore di Montalbano nel Morgante, ne La storia dei paladini di Francia di Giusto Lo Dico e nell’Opera dei pupi.
               
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